La Antibioticoresistenza

La scoperta degli antibiotici ha sicuramente migliorato la qualità e quantità di vita della popolazione mondiale in quanto ha permesso di curare e guarire diverse malattie infettive che in passato rappresentavano una delle cause principali di mortalità.
Tuttavia in questi ultimi anni diversi antibiotici, anche di nuova generazione, risultano inefficaci a causa della cosiddetta antibiotico resistenza, cioè la capacità da parte di un batterio di resistere all’azione dell’antibiotico. Tale fenomeno può essere naturale (il batterio è per sua natura resistente) oppure acquisita: in questo caso il germe, modificando il suo patrimonio genetico, si oppone all’azione dell’antibiotico e sopravvive, trasmettendo questa caratteristica alla propria prole.
Tra i vari batteri che hanno maggiormente sviluppato la resistenza agli antibiotici vi è la escherichia coli, principale responsabile delle cistiti, e ciò spiega in gran parte la difficoltà a curare questa infezione che spesso cronicizza.
Non dimentichiamo inoltre che un uso troppo frequente e inappropriato degli antibiotici è in grado di modificare la flora intestinale (microbiota) direttamente coinvolta nel regolare il nostro sistema immunologico e quindi potenziare le nostre difese naturali.

Diverse sono le cause dell’antibiotico resistenza:

1) USO ECCESSIVO E INAPPROPRIATO DELL’ANTIBIOTICO: ad esempio durante le epidemie influenzali si ricorre troppo precocemente alla prescrizione dell’antibiotico che risulta inefficace nei confronti del virus. Spesso basta saper aspettare circa 3 o 4 giorni per dar modo alle nostre difese immunologiche (e la febbre, entro certi limiti rappresenta anche lei una sorta di difesa naturale contro i virus) di agire sorvegliando, però, clinicamente il paziente per scongiurare sovrainfezioni batteriche. Quindi anche indirettamente la vaccinazione antiinfluenzale può aiutare a ridurre il fenomeno dell’antibiotico resistenza.

2) SCORRETTA APPLICAZIONE DELLA TERAPIA ANTIBIOTICA: ad esempio brevità della durata dei giorni di assunzione e/o ridotto dosaggio.

3) MANCATO RICONOSCIMENTO DI URINOCULTURE FALSAMENTE POSITIVE: (spesso per inquinamento della raccolta del campione) possono indurre alla erronea prescrizione di antibiotici.

4) USO ECCESSIVO DI ANTIBIOTICI NELLA PRATICA VETERINARIA: (oggi vietato per legge) per favorire la crescita degli animali e prevenire le infezioni in ambienti sovraffollati e intensivi. I residui, ancora attivi di questi antibiotici si possono trovare nel latte e nell’ambiente che ci circonda e favorire la antibiotico resistenza.

5) AUMENTO DEI VIAGGI INTERNAZIONALI: e quindi facile diffusione di batteri già resistenti.

6) AUTOPRESCRIZIONE

Se non interverranno provvedimenti importanti si suppone che nel 2050 la antibiotico resistenza sarà tra le prime cause di mortalità, e l’Italia è il paese con la più alta resistenza agli antibiotici e 5° in Europa per elevato consumo.

Infatti l’avvicinarsi di questa era post-antibiotica rappresenterà una minaccia per la salute non potendo curare le più banali infezioni e rendere inefficaci gli antibiotici, spesso necessari per contrastare le infezioni in pratiche mediche e chirurgiche come il trapianto, le protesi, gli interventi chirurgici o il trattamento dei tumori con i chemioterapici.

E allora, in conclusione, mi trovo perfettamente d’accordo con questa citazione: “La prima regola degli antibiotici è cercare di non usarli”.

La seconda è cercare di non usarne troppi.

Alla prossima puntata,
un saluto Dott.Roberto Frizzi

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